Alessandra Scarino è nata a Trieste nel 1966. Laureata in Lettere Moderne, è giornalista e scrittrice. Ha pubblicato nel 1998 la silloge di racconti fantastici e noir Gli Interiora, nel 2004 il romanzo breve Infanzia di Gesù e nel 2014 il romanzo Il silenzio dell’angelo. Del 2017 è Fiori di aconito, silloge di racconti tutti al femminile ambientati nel Medioevo. Nel 2019 è uscito Il preferito della strada, romanzo breve dedicato al pittore triestino Vito Timmel, e nel 2020 il romanzo La bambola di Kafka.
Se ci capitasse di incontrare i personaggi dei film di Federico Fellini che storia ci racconterebbero del loro creatore e artefice? E come e dove sarebbe mai possibile imbattersi in queste strane ombre che pur sono vive e vere più di persone in carne e ossa? E infine, in che modo questo avventuroso viaggio nel mondo fantastico del regista potrebbe salvare la vita e rischiarare un’anima che ha smarrito la via? La protagonista di “Fellini savio gentil” ha appena perduto il lavoro e sta attraversando la sua “notte oscura”, ritirata su un’isola. La sua “selva”, così amara che “poco è più morte”, è fatta di rimpianti, rancori, perdite, paure e sensi di colpa. Una notte, dopo una tempesta, approda alla sua isola un vascello antico a bordo del quale incontra una donna dall'aspetto angelico e dai modi gentili che viaggia per mare con uno strano equipaggio, in cui la nostra protagonista riconosce gli Arcani dei Tarocchi. Questo viaggio la porta ad incontrare i personaggi dei film di Fellini e a incrociare le loro storie, che le rivelano il volto sconosciuto di un uomo che non sempre è stato capito e realmente compreso. Riusciranno le avventure che seguiranno, immerse in un’atmosfera incantata e meravigliosa, e che le riveleranno gli arcani segreti di un uomo, di un artista e della lampada magica delle sue illusioni, a farla uscire dalla “selva oscura” e a “riveder le stelle?
Immagine di copertina: Tullio Gombac, Land di laterite con vegetazione sradicata e ammucchiata, acrilico su carta grossa, 70x100 cm, 2013. L’autrice ringrazia il Mo Gombac per la gentile concessione alla riproduzione dell’opera.